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| La mancata revisione dei quadri di classificazione e qualificazione è alla base dell'iniqua imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare nazionale, ovvero è l'esatto opposto di quello che ci facciamo "vendere" dalla (dis)informazione mediatica degli ultimi decenni. E' molto più comodo (e rapido), invece, istituire obblighi (di fatto solo propri di una norma) con mera prassi e procedure interne agli uffici periferici che le attuano senza porsi alcuna domanda, ovvero in piena carenza di un minimo barlume di onestà intellettuale. L'ultima speranza di una riforma decente è in un dpr (minuscolo appositamente) del 1998, il n. 138: uno dei peggio bistrattati della storia. E' trascorso un quarto di secolo dalla sua emanazione e noi siamo qui che plaudiamo ad una imbarazzante riesumazione della "ricomposizione cartografica", ai nuovi punti fiduciali (occhio alle "sgrondature"??!!!), al futuro dei droni (quelli seri però, eh?!) e altre amenità simili. Il catasto (termine ormai per i nostalgici) è la prima arma di tassazione indiretta sugli immobili, non per nulla è finito accorpato all'Agenzia delle Entrate! Ce lo vogliamo dire, oppure continuiamo a sussurarcelo timidamente nei corridoi? Concedetemi ora un po' di sfogo, dopo una trasmissione televisiva dedicata al primo maggio in cui ci si chiedeva dov'erano gli autonomi e le partita IVA. Svelo l'arcano: probabilmente erano a lavorare.
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